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Venti molto intensi nella giornata odierna:

raggiunte raffiche superiori a 100 km/h! Spettacolari 'onde orografiche' sulla Calabria...

Come abbiamo preannunciato nei precedenti aggiornamenti, la giornata di oggi, mercoledì 17 gennaio 2018, si sta mostrando molto ventosa a causa di correnti provenienti dai quadranti occidentali talmente intensi da provocare numerosi danni come alberi abbattuti, tetti scoperchiati, ribaltamenti di auto un po’ su tutto il territorio calabrese.

Tra le località più colpite, dotate di un anemometro (apparecchio per la misura del vento), possiamo ricordare:

Savelli (KR) versanti orientali della Sila 1018 m slm, con raffica massima di 142,4 km/h alle 14:38;

Lattarico (CS) versante orientale della catena costiera cosentina a 406 m slm, con raffica massima di 90,1 km/h alle 12:08;

Spezzano Albanese (CS) nella piana di Sibari a 336 m slm, con raffica massima di 85 km/h alle 7:08;

Soverato Marina (CZ) a 20 m slm, con raffica massima di 89,5 km/h alle 13:54;

(n.b. quelle indicate sono solo “raffiche” e non i valori del vento medio, su 1 o 10 minuti, per il calcolo della relativa intensità sulla scala Beaufort).

Per osservare le altre raffiche massime registrate dagli anemometri calabresi si dia un’occhiata alla successiva figura, tratta da meteonetwork.it, aggiornata alle 14:45 (cliccare per ingrandire):

Dal pomeriggio di oggi, mercoledì 17, la rotazione dei venti da nord-ovest tenderà a far diminuire l’intensità su cosentino e crotonese (orograficamente protetti da venti provenienti da quella direzione) però la farà aumentare ancora di più sui versanti orientali di Serre Vibonesi e Aspromonte, dove permarranno venti forti o di burrasca sino alle prime ore della notte fra mercoledì e giovedì. A seguire, anche su quelle zone, una rapida attenuazione.

Da segnalare, infine, le splendidi immagini offerte dal satellite, al canale visibile, fra le ore 13:00 e 14:00 (locali) di oggi (immagine di copertina): si notino le nubi “sfrangiate” con andamento lineare prevalente nord–>sud, poste a distanze quasi fisse, sui versanti orientali della nostra regione.

Tali nubi non sono altro che l’effetto “esteriore” delle cosiddette onde orografiche (o lee waves inglese). Tali onde si formano nel cielo quando si combinano le seguenti condizioni: venti con la stessa direzione a tutte le quote (dal suolo sino almeno a 6000 m), con intensità via via crescente con l’altitudine, che impattano più o meno perpendicolarmente contro una catena montuosa. A quel punto, l’aria che defluisce a bassa quota non può far altro che risalire, nel versante sopravvento, lungo i crinali di quest’ostacolo sino a raggiungere la vetta della montagna stessa, per poi ricadere in basso lungo il versante sottovento a causa della differenza di pressione presente. Tale saliscendi non si limita solo agli strati d’aria posti più o meno alla stessa quota della montagna, ma si propaga anche alle quote superiori, sebbene con minore “ampiezza” (ovvero saliscendi meno accentuati): quindi anche gli strati d’alta quota, defluenti ben sopra la vetta, subiscono questo “saliscendi” (vedi figure successive).

da http://www.esri.com

da http://www.nachi.org

In ogni caso questa oscillazione non si ferma qui, ma continua anche nel versante sottovento per parecchi chilometri, creando una vera e propria serie di onde con l’aria che, procedendo nella direzione originaria, man mano sale raggiungendo un picco (la “cresta” dell’onda) e poi riscende (fino a un minimo definito “cavo” dell’onda)….ripetendo questo schema anche più volte nelle condizioni ottimali.

Queste sono le onde orografiche. Quando si materializzano invece le nubi? Semplice: nel caso in cui l’aria presenti un appropriato grado di umidità relativa, quando la corrente si innalza sul crinale sopravvento si espande, si raffredda e condensa formando la classica “nube a cappello” (cap cloud in inglese) che avvolge la vetta. Quando scende lungo il crinale sottovento (vento di phoen) si comprime e si riscalda fino a che giunge nella zona dove sono si generano i rotori che, nel ramo ascendente, possono formare dei piccoli fractocumuli chiamati “roll cloud” (cioè nubi rotolanti), denominati così proprio perchè sembrano ruotare su se stessi.

 

Analizzando le correnti poste a quote più elevate, quando l’aria segue il tratto ascendente dell’onda, si condensa e forma la nube, poi raggiunge la cresta e ridiscende, riscaldandosi e facendo quindi “sparire” la nube (vedi figura seguente).

E’ questo il caso odierno: correnti da ovest a tutte le quote (dai 1000 hPa ai 500 hPa) con intensità crescente dal basso verso l’alto, che incontrano pressochè perpendicolarmente un ostacolo orografico: nella fattispecie la catena appenninica calabrese: dalla catena costiera, alla Sila, alle Serre Vibonesi. E come si è visto il risultato è davvero spettacolare. Si noti come il modello WRF-EMM2 by meteocenter.it in esclusiva per noi di www.meteoincalabria.com, avesse previsto con accettabile precisione la situazione odierna; di seguito riportiamo l’andamento dei venti previsti ieri per oggi: evidenti risultano le onde orografiche formatesi sui versanti ionici.

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